Medicina difensiva, un’epidemia

A cura de Il Pensiero Scientifico Editore
01/06/2005

La notizia. Il fenomeno della cosiddetta ‘Medicina difensiva’ è sempre più frequente, con implicazioni potenzialmente gravi per il costo, l’accessibilità e la qualità tecnica ed interpersonale dell’assistenza sanitaria. Lo afferma una ricerca pubblicata dal Journal of the American Medical Association, che ha dimostrato che una maggioranza schiacciante degli specialisti di determinate aree terapeutiche adotta questa strategia professionale.

La ricerca. Quanto spesso i medici modificano il loro comportamento professionale a causa del timore di procedimenti giudiziari per malpractice? Questo comportamento, definito ‘Medicina difensiva’, e le sue conseguenze sono temi centrali sui quali gli operatori sanitari devono interrogarsi. Un gruppo di ricercatori del Department of Health Policy and Management della Harvard Medical School ha analizzato un gruppo di specialisti di aree terapeutiche con maggiore incidenza di cause giudiziarie (medicina d’emergenza, chirurgia generale, chirurgia ortopedica, neurochirurgia, ostetricia e ginecologia, radiologia) operanti in Pennsylvania. Un totale di 824 medici operanti in 6 strutture sanitarie distinte è stato preso in esame. Il 93 per cento ha dichiarato di praticare Medicina difensiva. Un comportamento ‘sicuro’ consistente nel prescrivere con facilità test e procedure diagnostiche e chiedere consulti viene adottato dal 92 per cento dei medici interpellati. Il 43 per cento riferisce di prescrivere procedure diagnostiche clinicamente non necessarie. Evitare procedure e pazienti che vengono percepiti come ‘pericolosi’ dal punto di vista giudiziario è un altro comportamento assai diffuso: il 42 per cento degli interpellati ammette candidamente di aver volutamente ristretto il suo campo d’azione professionale negli ultimi 3 anni per evitare complicazioni.

Le conseguenze. La tecnologia ricopre un ruolo decisivo nella pratica della Medicina difensiva: gli specialisti ammettono di utilizzarla per tranquillizzare i pazienti e se stessi. Ma l’uso difensivo della tecnologia ha un effetto-valanga: più gli specialisti prescrivono procedure diagnostiche inutili o trattamenti aggressivi per condizioni a basso rischio, più questo tipo di approccio tende a diventare lo standard legale per la pratica clinica. Tutto questo ha un impatto devastante sui costi sanitari a carico dei sistemi sanitari nazionali e della collettività, e nei sistemi sanitari nei quali i costi sono principalmente a carico del paziente riduce di fatto la possibilità di accesso ai servizi. La Medicina difensiva può contribuire ad una riduzione della qualità dell’assistenza sanitaria. Procedure diagnostiche invasive (ad esempio biopsie) non necessarie possono rappresentare inutili rischi per i pazienti, e risultati ambigui o falso-positivi possono produrre stress emotivi e la necessità di ulteriori accertamenti diagnostici, innescando una escalation scarsamente controllabile. Anche il rapporto paziente-medico viene sostanzialmente alterato in caso di Medicina difensiva: alcuni specialisti possono passare maggior tempo con i pazienti e tendere a fornire informazioni più dettagliate sulle patologie riscontrate, ma altri tendono a chiudersi, reagire con sospetto, ad abbandonare il paziente al proprio destino.

Le conclusioni. “Livelli più elevati di Medicina difensiva sono parte dei costi sociali dell’instabilità nella gestione della malpractice”, conclude David M. Studdert, leader del team di ricercatori della Harvard Medical School. “Gli sforzi per ridurre la pratica della Medicina difensiva devono andare nella direzione di educare i pazienti e i medici ad affidarsi alle procedure appropriate alle diverse situazioni cliniche. Ciò può avvenire grazie ad una diffusione capillare delle linee-guida riferite alle patologie più diffuse o alle aree terapeutiche più ‘a rischio’ di cause giudiziarie”.

Bibliografia. Studdert DM, Mello MM, Sage WM et al. Defensive medicine among high-risk specialist physicians in a volatile malpractice environment. JAMA 2005; 293:2609-17.

David Frati

Author: Brian

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